Fretlesswords: Rock and Roll Feelings

Copertina FretlesswordsHo voluto strenuamente scrivere e pubblicare questo mio primo libro sia per raccogliere tutti gli articoli più belli e affascinanti del mio blog musicale omonimo che per dare testimonianza del flusso di emozioni che genera in me la musica: molto spesso infatti mi capita di ringraziarla e di chiamarla Amica all’interno o al termine di ciascun articolo.

Ho dato al libro un titolo in inglese perché sono sempre rimasto colpito da quell’incredibile strumento che è il basso fretless, cioè senza tasti, e perché ho notato che questa sua peculiare caratteristica ben si poteva adattare al significato complessivo che volevo esprimere nel libro stesso.

“Fretlesswords” starebbe quindi a significare “parole in libertà”, “parole senza vincoli”, proprio perché in ciascun articolo ho lasciato che il discorso fluisse in maniera spontanea, immediata, senza filtri, direttamente dalla mente alla penna.

Ho cercato poi di dare un’articolazione di massima ai capitoli del mio scritto, suddividendoli in tre parti distinte: la prima, più personale, che contenesse principalmente le mie esperienze di vita e le mie riflessioni riguardo alla musica (il mio approccio alla chitarra classica, le cover che mi hanno colpito, il mio negozio di vinili preferito, le colonne sonore dei film che mi hanno entusiasmato, un pensiero sull’importanza del testo e della melodia all’interno della forma canzone, la copertina di un disco, alcuni duetti famosi, e così via), seguita da una seconda, più da fruitore, che raccontasse quali erano i miei artisti e i miei dischi di riferimento, e una terza conclusiva, che andasse a scavare più in profondità nelle mie emozioni legate alla musica, descrivendo quest’ultima dal mio personale punto di vista e attraverso dei piccoli giochi (definendola come uno strumento magico, come qualcosa in grado di salvare le persone, che ci viene a cercare anche quando non pensiamo a lei, che ci unisce, divertendomi anche ad esporre una mia personale numerologia e un mio alfabeto della musica, cercando cioè quale numero potesse essere rappresentativo della sua storia e quali parole potessero darne un’idea più che definita).

Come detto, si tratta di un’opera personale, che dà delle interpretazioni al fenomeno della musica, le quali possono essere condivise o meno dal lettore, ma che esprimono nella sua completezza il vasto compendio di sensazioni, riflessioni e stati d’animo generati in me dall’ascolto di un disco o di una canzone.

Fin dalla copertina, ho voluto dare una rappresentazione del significato del mio libro, disegnando delle note che si staccavano da un pentagramma e si trasformavano in parole rappresentative di ciò che provavo e sentivo, sullo sfondo di un cielo azzurro.

Questo libro non vuole essere qualcosa di definitivo, di inappellabile, ma solo uno strumento per dare voce a quello che sento dentro di me quando sono in contatto con la musica e per tradurlo in parole, semplici e immediatamente comprensibili a chiunque, come semplici sono il mio carattere e la mia personalità.

Tutte le persone che mi hanno detto di averlo letto hanno affermato anche che le idee che volevo trasmettere gli sono arrivate immediatamente e che il libro le ha aiutate a comprendere meglio un mondo molto vasto, i cui confini sono piuttosto labili e al quale non sempre è possibile applicare delle regole che siano valide per tutti: il mio libro vuole dare un’idea chiara e immediata di quello che sento e penso della musica, cercando al contempo di fornire delle nozioni di base che aiutino ad orientarsi meglio all’interno di questo immenso paesaggio, pieno di colori e sfumature.

Curioso e interessante a questo proposito è quello che mi ha detto mia cugina: mentre leggeva la parte dedicata ai miei artisti e dischi di riferimento, andava subito su YouTube a cercarli, per ascoltarne le canzoni e farsi una cultura, per così dire, direttamente sul campo.

Devo ammettere che questo suo atteggiamento di studio approfondito e questa sua voglia di conoscere gli artisti attraverso la loro musica mi hanno inorgoglito, perché l’intento del libro era proprio quello di spingere chi lo avrebbe letto ad approfondire una parte importante della cultura umana, andando ad ascoltare la musica che io personalmente considero la più bella mai creata all’interno del genere rock e dei suoi sottogeneri, e arricchendosi quindi interiormente e spiritualmente, perché i suoni sono stati una delle prime forme di comunicazione degli esseri umani, e si possono collocare ai primordi della loro esistenza sulla Terra.

Il libro, mentre lo si legge, scorre via liscio e senza intoppi, proprio perché ho voluto utilizzare delle parole che fossero il più semplici possibile per descrivere qualcosa che invece era molto complesso e articolato: queste parole mi sono venute direttamente dal cuore, e quindi sono una grande testimonianza di me stesso e del mio rapporto con la musica, testimonianza come detto non limitata da barriere o vincoli di sorta, che scorre fluida come un torrente di campagna, il cui scosciare delle acque dà un senso di pace e compiutezza.

Con questa mia opera letteraria ho voluto trasmettere agli altri una parte di me che avevo svelato fino a quel momento solo a pochi, rivelando un’essenza emozionale che era lì pronta per uscire fuori, ma che non avevo mai avuto il coraggio di mostrare.

Trasformare le mie emozioni e conoscenze in parole mi ha aiutato a tirare fuori un lato di me che rischiava di restare nascosto per sempre: ho pensato che fosse un vero peccato e quindi ho deciso di mettere il tutto nero su bianco.

Alcuni mi hanno già chiesto se darò un seguito a questa mia opera prima, e io al momento ho risposto lasciando aperto uno spiraglio e non chiudendo definitivamente la porta: se mi verrà l’ispirazione per un secondo capitolo letterario, sicuramente cercherò di scriverlo e pubblicarlo, perché è bello condividere con gli altri le proprie sensazioni ed emozioni e farli partecipi di ciò che si sente e di ciò che si vuole comunicare.

Esternare in forma scritta ciò che si ha dentro è una sorta di catarsi, che crea un senso di liberazione e di soddisfazione: se poi tutto questo è condiviso da chi ha deciso di leggere, il senso di appagamento aumenta ancora di più.

Posso quindi dire di aver realizzato un sogno, che va al di là di quante persone abbiano letto e leggeranno la mia opera letteraria, perché il mio interesse primario era di comunicare qualcosa che percepivo come importante, senza farmi un grosso cruccio sui risultati in termini di vendita.

Certo, se il libro venderà un buon numero di copie, ne sarò felice, ma non era quella la mia intenzione primaria: nel frattempo, valuto come si evolve la situazione e, se mi verrà l’ispirazione per un nuovo scritto, l’argomento non potrà che essere la musica, mia Amica e fedele compagna di vita, e le cui caratteristiche principali cercheranno di essere l’immediatezza, la semplicità e la capacità di raggiungere direttamente il cuore di chi leggerà.


Qualche estratto dal libro…

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