Chi sono

Massimo ComiCredo proprio che, se qualche specialista un giorno dovesse analizzarmi il DNA, ci troverebbe dentro delle note al posto degli elementi chimici e tutte le lettere che compongono la parola MUSICA.

Fin da piccolo, infatti, ho vissuto immerso nei suoni, nelle sonorità, e ho potuto sviluppare un orecchio musicale piuttosto allenato: mi ricordo benissimo (e questo è testimoniato anche da una foto) che da bambino amavo “travestirmi” da Zucchero (sì, proprio lui!), indossando un paio di occhiali da sole ed un improbabile berretto colorato, con un atteggiamento di spocchiosa saccenza di chi la sapeva lunga, o comunque già pensava di saperla lunga.

Massimo Comi_IniziLa mia avventura, dopo questo inizio un po’ “alternativo”, è proseguita con la frequentazione di un corso di chitarra classica a partire dall’età di otto anni, svolta in modo soddisfacente fino al primo anno di Università: e pensare che il mio Maestro voleva che sostenessi gli esami del Conservatorio, cosa che non ho fatto e molte volte mi pento di non aver fatto, a causa della concomitanza degli Esami di Stato della Scuola Superiore e alla mia “allergia” alla teoria.

Chissà, se li avessi svolti, magari adesso sarei un insegnante di chitarra, e mi dedicherei all’insegnamento dello strumento ai bambini, cosa che resta un mio sogno nel cassetto.

A proposito di sogni, penso proprio di essere riuscito a realizzarne uno piuttosto grande, quando l’anno scorso ho pubblicato il mio primo libro, dedicato alle emozioni provocate in me dall’ascolto della musica, che spesso chiamo Amica. Quest’opera letteraria raccoglie tutti i migliori articoli del mio blog personale, che ho aperto alcuni anni fa e sul quale ho tradotto le mie sensazioni e descritto a modo mio la vita di alcuni dei più famosi artisti della storia della musica rock e non solo.

In più, quasi per caso, è nata successivamente una collaborazione con una cantautrice che è diventata mia amica: l’origine di tutto è stata la sua richiesta di diffondere il più possibile alcune canzoni che lei aveva scritto per un cantante di sua conoscenza. Nel frattempo, poi, ha creato una sua piccola casa discografica con relativo sito Internet, che al suo interno contiene anche uno spazio dedicato a recensioni di brani di artisti italiani emergenti.

Dopo aver letto e apprezzato i miei post su Facebook, ha cominciato ad affidarmi alcune recensioni per il sito: con il tempo, questa collaborazione è diventata pressoché continuativa, perché gli artisti che recensivo erano tutti estremamente soddisfatti di ciò che scrivevo di loro, del modo in cui interpretavo il senso delle loro opere discografiche e delle emozioni che facevo scaturire dalle mie parole.

Uno di questi, per esempio, mi si è molto affezionato e mi ha soprannominato “The Pen”, “la Penna”, e ogni volta che recensisco un suo brano si stampa il tutto e lo appende sul muro della sua camera.

Con il tempo, l’attività di scrittura di recensioni è divenuta per me qualcosa di naturale, qualcosa che scorre fuori dalle mie dita sulla tastiera del pc in modo estremamente spontaneo, quasi che il mio cervello riesca immediatamente a sintonizzarsi sulle lunghezze d’onda delle canzoni.

Di conseguenza, non passa giorno in cui io non ascolti musica nuova, sia per mia iniziativa che per la scrittura di recensioni, e questo è un grande alimento per l’anima e lo spirito.

La mia speranza più grande, attualmente, è che questa attività diventi a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro, un lavoro che venga remunerato adeguatamente, perché per scrivere una recensione ci vogliono passione, dedizione, pazienza e attitudine, oltreché capacità immaginativa e di scrittura creativa. A tutto ciò, si deve aggiungere la variabile temporale, perché per capire l’essenza di un brano e poterla descrivere ci vogliono delle ore di lavoro.

Credo che l’attitudine per la musica mi sia stata trasmessa geneticamente da mia madre, e che poi sia stata alimentata dai miei fratelli, a cui rubavo di nascosto le cassette dei Guns and Roses, dei Queen e dei Dire Straits: hanno comunque svolto un ruolo fondamentale in questo senso anche alcuni miei ex colleghi di lavoro, perché nel frattempo ho lavorato per più di dieci anni nel mondo del Marketing Online, prendendomi poi una pausa per motivi personali, anche perché era un lavoro ad alta dose di stress.

Questi colleghi sono stati essenziali per allargare le mie conoscenze, consigliandomi dei grandi artisti che ancora non conoscevo, e invitandomi ad approfondire alcuni generi musicali per i quali non avevo ancora passione.

Insomma, se devo fare un riassunto della mia vita, posso dire di essere passato attraverso tante fasi, tutte all’insegna della musica: le imitazioni da bambino, insieme all’air guitar (che faccio ancora adesso!), il corso di chitarra classica, l’apertura del blog e la scrittura del libro, la stesura di un gran numero di recensioni e l’ampliamento della mia cultura grazie ai miei fratelli e ai miei ex colleghi.

La mia preferenza va in assoluto al rock classico, soprattutto a quello degli anni ’70, che a mio parere sono stati il decennio più prolifico in termini di quantità e qualità della produzione musicale: non faccio mistero del fatto che il mio gruppo preferito siano i Led Zeppelin, scoperti attraverso una scena di un film della mia attrice preferita, Susan Sarandon, nella quale lei, da avvocato, elencava con disinvoltura al bambino che difendeva perché testimone di un omicidio i titoli dei primi quattro album della formazione inglese, lasciando il bambino stesso estremamente stupefatto.

La mia passione è quindi grande, e mi capita spesso anche di scrivere degli anniversari degli artisti o dei dischi sui gruppi rock di Facebook a cui sono iscritto, che siano di nascita, di morte o di pubblicazione.

Ci sono state molte fasi all’interno della mia esistenza, e in nessuna di queste é mancato il contributo della musica, che mi ha sempre accompagnato in ogni esperienza, fortificandomi e rendendomi più consapevole di me stesso.

Non è un caso che, alla fine di ogni articolo del mio blog, io l’abbia ringraziata, chiamandola come detto Amica: un vero amico ti sa sempre sostenere, incoraggiare, consolare, facendo tornare il sereno là dove tutto appare nuvoloso e scuro.

Da qualche anno, inoltre, ho sviluppato una grande passione per i vinili, da quando ho ricevuto in regalo il mio primo giradischi: ho cominciato ad acquistarli in grande quantità al posto dei cd, ed ora non ho quasi più spazio dove metterli, perché sono all’incirca un centinaio.

Il suono di un vinile è immediatamente riconoscibile, caldo, con quel fruscio che lo rende un po’ imperfetto, ma per questo estremamente emozionante e coinvolgente.

Attraverso poi l’abbonamento ad una rivista specializzata in rock, e poi la lettura di un libro che conteneva i mille dischi a cui un intenditore di musica non poteva rinunciare ho avuto modo di arricchire la mia cultura musicale e di sviluppare ulteriormente il mio apprezzamento per le cose belle.

Questo alla fine sono io: credo di aver acceso una scintilla di interesse e curiosità parlando della mia vita in musica, magari appassionando qualcuno al punto tale che, dopo aver letto questa mia piccola bio, sia andato a cercarsi qualche buon brano rock su YouTube o Spotify per ascoltarlo.

Questo è il mio auspicio e il mio augurio, che lascio a tutti alla fine di questa mia piccola biografia in musica, immersa fin nel profondo nelle dodici note e condita con esperienze memorabili e indimenticabili.

 

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