Con la sua canzone, la nostra Patrizia Kolombo riesce a toccare le corde dell’anima, con parole profonde, penetranti e ricche di significato, che si confondono e si mescolano con l’ambientazione del brano, la città di Venezia, misteriosa, mascherata, piena di enigmi e in grado di scatenare la fantasia di tutti con la sua aura di mistero.
L’argomento di “Ricordi Venezia” è un amore che ha lasciato un segno profondo nell’anima della cantautrice, anche se sembra che sia durato solo per una notte, perché lui se n’è andato.
Il sottofondo musicale è un gradevole soft rock, con venature di indie, che utilizza anche il pianoforte, per conferire alla canzone un’aura e delle venature ancora più accentuate di romanticismo.
Devo dire che la voce è l’interpretazione di Patrizia mi sono piaciute: mi sono venute in mente cantanti come Dolcenera e Loredana Berté, per il timbro graffiante e penetrante che mostra il cantato.
Ogni parola della nostra cantautrice è tutt’altro che scontata, e contribuisce a dare un quadro chiaro di ciò che è avvenuto, a descrivere pienamente le emozioni, le sensazioni da lei provate in occasione di quell’incontro, che avrebbe potuto cambiarle la vita.
Specifichiamo che l’incontro non è avvenuto proprio a Venezia, ma che la nostra cantautrice ha utilizzato questa città come ambientazione per il suo brano, proprio per l’aura di mistero che la circonda, che ben si presta a fare da sfondo ad un amore che poteva essere splendido e che ha lasciato dei profondi segni nel suo animo, che non si sono ancora rimarginati.
Tornando per un attimo a parlare della voce, nella precedente recensione ho affermato che poteva essere migliorata: credo che in questo secondo singolo essa abbia fatto un piccolo salto di qualità, perché riesce a comunicare in modo efficace tutti i tormenti e i ricordi che il ripensare a quell’amore profondo scatena nella mente di Patrizia. Una voce struggente, malinconica, come detto graffiante, ma anche seducente, ammaliante, che ti porta a sognare, ad immaginare, a pensare intensamente a ciò che canta e descrive, riflettendo intensamente sul messaggio e sulla storia che sta alla base del pezzo.
Devo dire che mi piace molto il collegamento che Patrizia fa all’inizio del brano, perché non dice che il suo lui le porta calore, ma afferma che la città sembra calda e che sembra che lui sia la causa di questo calore.
In generale, mi piace molto il modo in cui la nostra cantautrice descrive la città di Venezia, in modo molto particolareggiato e con aggettivi che esprimono la maniera in cui il suo stato d’animo si riflette sulla sua visione della città stessa.
E’ come se ogni angolo di Venezia e tutto ciò che accade in essa sia un riflesso di quello che Patrizia sente nel proprio cuore e nel proprio animo, delle ferite e dei segni che quell’amore ha lasciato e provocato in lei.
In generale, l’impianto della canzone mi sembra piuttosto convincente, con una melodia e una voce più soft nelle strofe, che si vanno ad irrobustire in quello che appare essere il ritornello. Posso sicuramente dire che il brano riesce a raggiungere lo scopo per il quale sembra scritto, cioè quello di raccontare la storia di un amore che ha significato tanto per la sua protagonista e le cui tracce fanno fatica a dissolversi, anche con il trascorrere del tempo.
Significative mi sembrano in questo senso le parole che concludono la canzone, che appaiono quasi una supplica, una preghiera verso la persona amata: Patrizia ripete per due volte “Resta con me”, come se per lei l’amore che tanto l’ha presa non si fosse ancora assopito del tutto, come se ci fosse ancora qualche speranza di ricongiungersi con la persona amata.
Credo che sia bello che una persona sensibile come Patrizia esprima con la propria arte ciò che ha provato e sentito in un periodo particolare della sua vita, che dia quindi libero sfogo a tutte le sensazioni e le emozioni legate a quel momento: non per niente, tutte le più belle canzoni sono nate per descrivere un episodio particolare della vita di chi le ha scritte, un momento che ha segnato indelebilmente la sua esistenza.
Io sono convinto che la miglior musica nasca dalla vita reale, dal modo in cui essa si sviluppa e dagli avvenimenti che la costituiscono, le danno una direzione, la fanno mutare o addirittura rivoluzionare.
Non posso quindi che ritenere come positivo e significativo questo secondo singolo della nostra cantautrice: secondo me merita molta visibilità e che un grande numero di persone la ascoltino, perché è una testimonianza di vita diretta, senza fronzoli o senza inutili moralismi di sorta.
E’ un affresco della vita reale, delle sue gioie e dei suoi tormenti, delle sue emozioni e delle sue sensazioni, che non ha bisogno di inutili orpelli per essere significativo e importante.
Nella canzone di Patrizia c’è già tutto, e bastano una chitarra, una batteria e un pianoforte a creare la magia, oltre naturalmente alla sua voce, che, come detto, in questo secondo singolo diventa più convincente ed espressiva.