Recensioni

Bug – Ser&Leot

La prima cosa di cui mi sono reso conto ascoltando il brano è che i due ragazzi, nonostante la giovane età, hanno le idee molto chiare. D’altronde lo hanno dichiarato loro stessi, senza peli sulla lingua: “Vogliamo prenderci l’Italia per poi arrivare al Mondo, abbiamo voglia di far emozionare e di stupire”.

Questo attraverso la costante ricerca di suoni nuovi, di nuovi beat su cui rappare, con un flow che appare già maturo e pronto per conquistare il pubblico.

Devo ammettere di non ascoltare molta musica rap, ma, dato che al momento è un genere che sta andando per la maggiore, provvederò ad arricchire ulteriormente le mie conoscenze musicali: chissà, probabilmente scoprirò dei nuovi mondi che mi potranno affascinare.

Per prima cosa sono andato a cercarmi il significato del titolo della canzone: “bug” significa letteralmente “insetto”, “cimice” e nel suo senso più ampio anche “errore”, ma anche “passione”, “mania” per qualcosa.

A mio parere, all’interno di ciò che la coppia di artisti ci propone nel ritornello, il protagonista, che è proprio uno di loro due, perde per un attimo le coordinate che lo hanno guidato fino ad ora nel suo essere nel Mondo, perché si dice che sta diventando pazzo e che sta ballando, a questo punto, come un insetto: non so perché, ma leggendo questi versi mi è venuta in mente l’immagine di una cimice che muove freneticamente le proprie zampine, perché è a terra riversa sulla propria schiena e non riesce a rigirarsi.

A conferma di questa mia ipotesi, che può naturalmente essere sbagliata, viene utilizzato un termine dello slang inglese, “to chill”, che significa “calmarsi” e “rilassarsi”: il protagonista del brano cerca di uscire da questa situazione, ma facendo questo rischia di franare a terra, e questo ci riporta all’immagine che ho evocato poco fa, quella dell’insetto con la schiena a terra.

Nei versi successivi, sempre del ritornello, si parla di una sorta di “avversario”, che vuole combattere con Ser, ma quest’ultimo non ci fa proprio caso, dicendo che lui non ha mai pensato a questa persona. Queste parole possono essere interpretate come un segno di sfida che i due rivolgono al mondo esterno, dicendo che non hanno paura di nulla e vogliono mostrare quello di cui sono capaci.

Il tutto sembra essere nuovamente confermato da alcuni versi presenti nelle strofe, che mostrano il progressivo raggiungimento di una consapevolezza, attraverso un duro lavoro su sé stessi, il progressivo ottenimento di obiettivi per cambiare la propria vita.

Ser parla poi di un “viaggio”, dicendo che se ne volerà via, che sarà pronto per affrontare il gioco che la vita gli metterà davanti.

Prendendo una sorta di “pillola magica”, camminerà sulle nuvole e sentirà il brivido di stare sulla Luna. Per la sua famiglia è una leggenda, ma non capisce esattamente il perché, forse a causa del fatto che lui vive la propria vita comportandosi a volte come un bambino, cosa che in apparenza contrasta con quanto detto in precedenza (“I’m a man”): forse lo dice perché anagraficamente è davvero un ragazzino, anche se si sente già un uomo.

C’è poi una presa di coscienza, perché Ser dice che tutti piangono quando le cose non vanno bene, ma ci sono persone che non sanno che cos’è l’amore: lui le manda semplicemente a quel paese, senza fronzoli.

Nei versi successivi, riappare il disorientamento iniziale, perché il testo dice che ci sono molte persone che cercano di prendere il posto del protagonista del brano e che lui deve riuscire a tenersi a distanza da loro e trovare la propria strada maestra.

Ser passa attraverso alcuni momenti di sofferenza nel suo processo di crescita, con un peso forse eccessivo da reggere sulla propria schiena: in modo spiazzante, chiede di essere chiamato Gesù (“Jesus”), paragonando il suo dolore a quello del Messia. Questa è forse l’immagine più forte della canzone: riferendosi ad un immaginario “compagno”, gli dice che ognuno ottiene ciò che si merita. Questo significa che lui ritiene di meritare di soffrire? Sarebbe una bella domanda da rivolgergli.

Come si è visto, l’interpretazione del testo è piuttosto complessa, e non è detto che ci sia un’unica interpretazione valida.

A livello musicale, il brano comincia dolcemente, con alcune note di pianoforte, alle quali poi si aggiunge un beat piuttosto coinvolgente, sul quale Ser dimostra di saper rappare con sapienza e buone capacità.

Come ho detto, “Bug” è una canzone che mostra grande consapevolezza, perché il suo protagonista sente di essere pronto per affrontare un processo di crescita che lo porterà a diventare un uomo. E’ infatti consapevole delle difficoltà che deve e dovrà affrontare e appare completamente disinteressato a chi vuole giocargli dei brutti scherzi, andando a interferire con questo processo e con la sua vita.

La mia impressione è che tutto si svolga in maniera molto sciolta, tranquilla, con un flow sciolto e sicuro, molto ritmato e sapientemente cadenzato. I due ragazzi dimostrano di saperci già fare, perché viene inserito, più o meno a metà canzone, una sorta di “interludio”, che genera un senso di sospensione e contribuisce a creare una pausa all’interno dello sviluppo progressivo della canzone.

Sono quindi curioso di vedere cosa sapranno inventarsi in futuro questi due brillanti ragazzi, che secondo me dimostrano già di avere un buon talento e di saper interpretare nel modo giusto il genere di cui sono protagonisti.

Come si dice in questi casi, ai posteri l’ardua sentenza, anche se a mio parere questa sentenza non sarà così ardua, perché ci sono tutte le premesse per ricevere qualcosa di bello ed appassionante, anche se il rap non è il proprio genere preferito: ogni tanto, però, fa bene allargare un po’ i propri orizzonti.

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