Fin dal primo ascolto, mi sono trovato di fronte ad una canzone che fa della solarità, della lucentezza la sua cifra distintiva. La linea melodica, infatti, è in grado di mettere allegria e serenità e va un po’ in contrasto con i contenuti del brano, che parla della fine di un amore ed è incentrata sulla nostalgia dei bei momenti trascorsi insieme dall’autore e dalla sua lei.
Lui, infatti, si ricorda delle canzoni che cantavano su balcone, del maglione che lei si metteva dopo che avevano fatto l’amore, chiedendosi come loro due siano arrivati ad odiarsi, tanto che lei, quando lo vede per strada, non lo saluta più nemmeno.
La canzone manifesta comunque un andamento circolare, perché prima parla dei bei momenti trascorsi insieme dalla coppia, poi manifesta l’esigenza di capire perché tutto si sia trasformato in odio, e infine mostra un processo di crescita dell’autore, che ha intenzione di lasciarsi tutto alle spalle, di ridere di tutto quello che gli succede e di cercare di dimenticare il passato.
Lo stesso processo di crescita fa in modo che Delmo arrivi a definire come un vero e proprio spreco il fatto che la relazione sia finita, perché le premesse erano delle migliori. Egli sente la nostalgia di quello che è stato, dei momenti belli che in passato hanno segnato la relazione, ma poi si rende conto che è necessario non perdersi in recriminazioni, arrivando a ridere dei propri guai, a prendere le cose con leggerezza, fino a dimenticarsi di lei.
Mi è piaciuta l’introduzione della canzone, fatta di una linea melodica di chitarra acustica, credo in tono maggiore, cosa che fa in modo che il brano stesso parta all’insegna di un’atmosfera positiva. La melodia della canzone, poi, si sviluppa, si “apre”, portando in dote una parte di percussioni, che si dimostra essere molto varia e fantasiosa, accompagnata da una linea di quelle che sembrano essere delle tastiere, con un pizzico di elettronica.
Mi sembra comunque che la canzone sia un esempio di cantautorato fresco, giovane, solare, che porta un po’ di luminosità, consapevolezza e ottimismo, anche se parla della fine di una relazione amorosa. Diciamo che forse è proprio questa fine della relazione che porta l’autore ad avere una maggiore consapevolezza, una maggiore sicurezza: magari, in apparenza, stare con la sua lei poteva sembrare una cosa bella e piacevole, ma in realtà la fine del rapporto ha fatto capire a Delmo che la vita va presa con leggerezza, con un senso di equilibrio e serenità che prima forse non sapeva di avere, perché era completamente assorbito dai sentimenti che provava e dai momenti che viveva.
Io credo che ogni tanto sia necessario ascoltare anche questo tipo di canzoni, specialmente nei momenti di difficoltà, magari proprio quando si è appena usciti da una storia d’amore finita male, perché danno la forza di andare avanti, di passare oltre, di lasciarsi alle spalle tutto quello che è successo, di trasformare quello che sembra essere odio in una spinta per vivere più consapevolmente, con una maggiore serenità, perché la vita offre sempre un’altra occasione, se si è capaci di guardare le cose con il sorriso di chi è convinto che tutto andrà bene, che è necessario ridere anche delle cose negative, di dimenticare il passato per vivere intensamente il presente.
Alla fine, penso che sia giusto che la canzone abbia una linea melodica solare, luminosa, perché parla di una presa di consapevolezza molto importante, oserei dire decisiva per la vita del protagonista, sottolineata da una voce fresca, limpida, giovane, forse eccessivamente monocorde: credo che con il tempo, comunque, essa saprà diventare anche più flessibile e in grado di variare tonalità in modo versatile e con facilità.
Salmo si è calato nella parte dello psicologo, inventandosi una canzone che assomiglia molto a una seduta sul lettino dell’analista: la fine di una relazione non implica la fine della vita, ci si può rifare in qualunque momento, e, se si arriva ad una forte consapevolezza, la vita stessa può tornare a sorriderci, se noi le sorridiamo, come diceva Jim Morrison, uno che la sapeva lunga.