Nella giornata di oggi la musica ha perso una delle sue personalità più eminenti, che con le sue colonne sonore ha fatto la storia, sia nel XX che nel XXI Secolo. Sto parlando ovviamente del grande Ennio Morricone, alfiere dell’Italia nel mondo.
Difficile parlare di lui senza usare superlativi, oppure senza chiamarlo Maestro o genio, perché queste sono le parole più adatte a descriverlo.
Da ora in poi, guardare un film della “trilogia del dollaro” non sarà più la stessa cosa: il pensiero andrà sempre a lui. Ovviamente non è stato solo il simbolo dei più grandi film western diretti da alcuni fra i più celebri registi italiani, quali Sergio Leone e Sergio Corbucci.
Ha composto anche le musiche di alcune celebri canzoni degli anni ’60, come “Sapore di Sale” e “Se Telefonando”.
Dagli anni ’70, poi, ha collaborato proficuamente anche con registi stranieri, come John Carpenter, Brian De Palma, Oliver Stone e Quentin Tarantino.
Molte delle pellicole che ha musicato sono state candidate a numerosi premi, vincendone tanti.
Inutile dire che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica, oserei dire di tutti i tempi: come compositore, secondo me può essere paragonato, pur parlando di epoche diverse, a nomi altisonanti, come ad esempio Mozart o Beethoven.
Ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora solo nel 2016, con le musiche per il film “The Hateful Eight” di Tarantino: credo che molti la penseranno come me, se dico che si è trattato di un riconoscimento molto tardivo, anche se ha vinto un Oscar onorario nel 2007.
Un ricordo della giovinezza mi lega profondamente a lui: per gli esami di terza media, infatti, scrissi un tema sul film “Mission”, che secondo me può essere considerato come uno dei capolavori della storia del cinema, un film la cui colonna sonora non può non restare impressa nella mente di chi la ascolta.
Per quello che sono riuscito a vedere delle sue apparizioni pubbliche, ha sempre mantenuto un profilo basso, umile, quasi che non riuscisse nemmeno lui a comprendere a fondo i segreti della propria genialità e del proprio successo. Personalmente, credo che il destino di alcune persone elette sia quello di raggiungere la grandezza, l’infinito, ottenendo un riscontro strepitoso da parte del proprio pubblico verso la manifestazione del suo genio.
Parlando di Ennio Morricone, ogni giro di parole sarebbe inutile: per descriverlo, come ho già accennato prima, bastano alcune semplici, ma molto esemplificative, parole. Sono quelle che si usano per descrivere chi nel proprio campo è andato oltre l’immaginabile, superando i confini dell’umana comprensione, per raggiungere l’infinito ed andare anche oltre. Non esiste forse una celebre citazione che dice proprio “Verso l’infinito ed oltre?”. Credo che il film in questione sia “Toy Story” della Pixar.
Scrivere un articolo su una personalità immensa come quella di Morricone può sembrare semplice, ma è molto facile cadere nel banale, nello scontato: perciò io ho aggiunto il dettaglio sulla mia esperienza personale e la citazione dal film della Pixar.
Non è esagerato dire che personalità del genere nascono ogni cento anni e che il timbro con cui sono state fatte viene subito gettato via, come si dice in gergo.
Resterà impressa per sempre nella mia mente l’immagine di lui con la bacchetta, che dirige l’orchestra, in uno dei tanti concerti che ha tenuto, in cui ha dato sfoggio di tutta la propria maestria, con una musicalità fuori dal comune ed una capacità di creare cose meravigliose con semplici gesti delle mani.
Credo che comporre sia l’atto più difficile della creazione di un’opera musicale e questo non fa che incrementare ancora di più la grandezza del Maestro: non basta conoscere la musica e le note, bisogna avere un’enorme capacità creativa ed immaginativa, oltre all’abilita di mettere le note giuste al posto giusto, senza strafare, ma mettendo tutta la propria anima in ciò che si fa, senza risparmiarsi e pensando sempre di scrivere per un pubblico il più esigente possibile. Solo così secondo me si può dare il meglio e creare opere che resteranno nella storia, divenendo incancellabili.
Non è un caso che Tarantino, grande intenditore di musica, abbia voluto collaborare a tutti i costi con Morricone: come mi è già capitato di scrivere in un altro articolo, i geni scelgono e vanno a cercare altri geni come loro. Penso che sia un elemento connaturato alla loro personalità, al loro essere, alla loro profonda essenza. Per fare un esempio, i Queen sono andati a prendere David Bowie per duettare con loro nella celeberrima “Under Pressure”.
Per concludere, penso che quello di Morricone sia forse l’unico caso in cui le colonne sonore hanno contribuito a rendere riconoscibile un film più delle battute dei personaggi o delle scene madri. Forse mi sbaglio, ma credo che non abbia mai scritto per un musical: questo non fa altro che rafforzare il concetto che ho espresso precedentemente.
Oggi dico quindi grazie ad Ennio Morricone, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto forse incolmabile nel mondo della musica e della composizione: sarà infatti molto difficile che nasca un altro talento di questo livello e secondo me dovremo aspettare molto per vedere una personalità che almeno si avvicini a lui.
Ma come si dice in questi casi, la speranza è l’ultima a morire ed io sono abituato a sperare per il meglio, quindi mi auguro vivamente che nel prossimo futuro nasca e si riveli al mondo un altro grandissimo compositore, capace di esaltare le folle come ha fatto Ennio per tutti questi anni.