Recensioni

Cold and red – Gianluca Amore

Il nostro Gianluca Amore torna a mostrare la sua affinità con la lingua inglese, in una canzone piena di amore e di passione, intrisa di sentimento ed emozione, il cui titolo appare quasi come un ossimoro, perché il rosso è solitamente visto come un colore caldo, come il colore della passione, e viene in questo caso accostato alla parola “freddo”, quasi per voler raccontare la storia di un amore un po’ controverso, che da un lato mostra profondità e intensità, ma che contemporaneamente viene interpretato dai due protagonisti della storia in modo distaccato, freddo appunto, come se ciascuno di loro, o uno di loro, pensasse a qualcun altro o a qualcos’altro, in un atto che perde in questo caso tutta la sua vera connotazione di passionalità, riducendosi ad una mera routine senza sentimento.

La linea melodica è ridotta all’osso, molto essenziale, costituita da una base elettronica che, attraverso un beat musicale e di percussioni, dà un indirizzo preciso al brano, quasi che le parole del testo fossero molto più importanti della musica di accompagnamento, che si limita a fare da elegante e raffinata cornice.

Di primo acchito, la tessitura melodica complessiva e il cantato mi hanno fatto pensare a cantautori come Robbie Williams, che di canzoni d’amore se ne intende molto, ma quando la voce di Gianluca si è fatta più forte, più potente, nel momento in cui si è dimostrato necessario sottolineare il messaggio portato da quello che appare essere il ritornello, il mio pensiero è andato addirittura verso Stevie Wonder, il mio cantante di colore preferito.

So che questo accostamento può sembrare azzardato, ma il nostro artista ha in quei frangenti mostrato una sensibilità molto black, una musicalità che esulava dal suo essere di pelle bianca e che andava a catturare note e tonalità che potevano essere associate all’incredibile sensibilità artistica che i cantanti di colore sono stati in grado di mostrare a più riprese e in più occasioni.

Come nel caso della cantante Anastacia, donna forte e determinata, anche Gianluca può, con le dovute proporzioni, essere considerato come un “freak of nature”, uno “scherzo della natura”, un bianco dalla voce nera.

Il video del brano alterna immagini di vita comune, con il cantante che passeggia per la strada, ad una raffigurazione più passionale degli eventi, che mostra persone intente a fare l’amore nel letto: dalle loro espressioni, si può intuire quanto la parola “cold” vada ad incidere sul significato della canzone, perché i protagonisti non appaiono minimamente coinvolti in quello che stanno facendo. Sembra che sia la donna che il nostro artista stiano in quei momenti pensando a tutt’altro, o magari pensando l’una all’altro, mentre amoreggiano con persone che per loro non rappresentano nulla di più che un modo per sfogare i propri impulsi, per ottenere una soddisfazione momentanea e non duratura, che non lascia il segno.

Dal testo del brano di può capire che si parla di un amore un po’ contrastato, in cui la protagonista femminile appare dibattersi fra sentimenti opposti: sembra che lei sia già impegnata, ma che provi un’attrazione, che cerca di negare senza riuscirci, per il nostro Gianluca.

Non so se si tratti di un caso o se la cosa sia intenzionale, ma non potrebbe esserci un cognome più azzeccato di quello che porta il cantante, perché tutte le sue canzoni hanno come base un rapporto amoroso, in tutte le sue implicazioni, positive o negative, spirituali e psicologiche.

Si comincia con il nostro lui che cammina per strada praticamente all’alba, con il sole che sta sorgendo proprio in quel momento, e l’aria che emana un profumo molto particolare, che viene descritto come un profumo di bugie: già da questi primi versi, quindi, si può intuire che c’è qualcosa che non va, qualcosa di dissonante, di problematico, qualcosa che arriva a permeare addirittura l’atmosfera naturale che circonda il nostro protagonista.

Lui arriva davanti alla porta della casa di lei, che gli dice, probabilmente urlando dall’interno, di non suonare il campanello, perché quello che appare essere il suo marito o il suo compagno si trova fuori città quel giorno: a questo avvertimento, fa da seguito l’invito a rinvigorire il fuoco del tradimento. Ci possono essere due interpretazioni di questa situazione, cioè che tutto ciò sia quello che lui pensa dentro di sé oppure quello che lei gli dice: in ogni caso, si tratta di un rapporto amoroso non naturale, che va contro il normale corso delle cose.

I versi successivi fanno quindi pensare che lei non sia molto coinvolta, che si senta in colpa per quello che sta facendo, perché lui percepisce una sensazione di freddo nel letto in cui stanno consumando il loro rapporto, sentendosi incatenato sia nel corpo che nell’anima: ogni bacio che riceve da lei gli sembra rubato e sente lo sguardo del marito o del compagno sopra di loro.

Lui ha sempre sognato di poter gustare il profumo e la bocca di lei, il brivido che ne deriva: ogni parola che lei pronuncia lo fa sentire al contempo bene e debole, senza difese, probabilmente perché capisce che lei non gli dà le risposte che lui tanto anela e cerca, e che in un attimo lo fa passare dal piacere alla debolezza.

Segue una riflessione che va un po’ più in profondità rispetto al mero rapporto amoroso: lui afferma infatti che, senza il peso degli anni, ogni cosa risulta essere più leggera, forse perché, se entrambi provano a concentrarsi solo sul momento presente, senza pensare al tempo che è trascorso e che si è accumulato sulle loro spalle, possono vivere in modo più lieve e meno opprimente la situazione.

Lui pare a questo punto un po’ esasperato, perché dice che sta contando le ore che mancano alla fine di quella che considera come una corsa contro il tempo, come qualcosa che non ha la profondità e il coinvolgimento necessari, ma che si rivela essere solo un combattimento contro il trascorrere delle ore, mentre l’altro, che potrebbe arrivare da un momento all’altro, non è in casa.

Si ripete poi quello che appare essere il ritornello, con il letto freddo, il corpo e l’anima in catene, i baci rubati e gli occhi dell’altro che pesano sulla scena che si sta svolgendo nella camera da letto.

Ed ecco che si presenta l’ossimoro di cui ho parlato all’inizio, con una stanza fredda e rossa, nella quale sembra dipanarsi una “passione fredda”, che per lui assume il colore rosso, mentre per lei è un atto freddo e distaccato.

Fare l’amore con lei non è una cosa naturale e libera, perché mette in subbuglio il cuore di lui, mettendolo a disagio e rendendolo agitato.

Nei versi finali, si fa strada quello che può sembrare un autoconvincimento del nostro protagonista, il quale dice che però quella camera da letto non è reale: tutta la situazione che ha raccontato e narrato all’interno del brano alla fine non è stata nient’altro che un sogno.

Si accorge che gli occhi di lei sono chiusi, e questo lo spinge a chiedersi se anche lei non stia sognando.

Alla fine, ci resta un buon brano pop, dalle sonorità molto raffinate e ben prodotte, ridotte come detto all’essenziale, secondo me per dare il maggior spazio possibile alle parole e al messaggio che comunicano. Tante volte, un gran numero di note e una presenza troppo pesante e pressante della linea melodica rischiano di sommergere il testo, di farlo affondare, senza che sia riuscito a comunicare efficacemente il proprio messaggio: è necessario sia trovare un equilibrio, un bilanciamento tra parole e musica, sia fare in modo che la musica sia un buon supporto a quello che le parole vogliono manifestare, senza prenderne il posto o sostituirsi ad esse.

Io credo che il segreto per scrivere una buona canzone sia proprio questo, cioè il riuscire a trovare una perfetta armonia tra quello che si comunica e i suoni che accompagnano, facendo in modo che ciascuno dei due elementi sia una base valida per incrementare e potenziare ciò che viene vicendevolmente espresso: il testo deve poter far leva sulla musica, così come la musica stessa deve sapersi adattare alle parole e ottimizzare la sua presenza in funzione di queste ultime.

Certo, esistono delle canzoni solo strumentali, senza parole, ma si tratta di casi piuttosto rari all’interno di un disco, specialmente di natura pop. Questi brani fatti solo di musica sono dei perfetti e profondamente significativi esempi di abilità artistica: non nego che, in alcune circostanze, la musica possa farsi da portatrice unica di un messaggio, senza che intervengano le parole a fare da supporto, ma nella maggior parte dei casi, la sensibilità di un artista lo induce a creare una perfetta simbiosi fra il testo e la linea melodica. Si può scrivere la melodia e poi cercare le parole che più si adattano ad essa, oppure partire dal testo e costruirci intorno una melodia che lo valorizzi: questo è a discrezione dell’artista e credo che non ci sia un metodo più valido di un altro, ma che tutti i modi di procedere siano accettabili, proprio perché intimi e personali.

La musica procura gioia, e forse in questo particolare brano è ai minimi termini perché l’esperienza che si racconta non è delle più felici: Gianluca Amore si dimostra comunque un raffinato cantore delle vicissitudini amorose che fanno da contorno alla vita di ogni persona, senza mai cadute di stile o esagerazioni, ma con un rispetto profondo per ciò che si vuole comunicare e per il modo in cui lo si vuole comunicare.

Pur non essendo il mio genere, devo ammettere di ascoltare con piacere questo tipo di canzoni, perché fanno della qualità la propria matrice stilistica, senza inutili orpelli o ghirigori, che appesantirebbero solamente la struttura complessiva del brano: certo, la musica è importante, ma lo è in funzione del testo e di ciò di cui esso si fa portavoce.

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