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Penso – Sentiero

Sentiero ci offre un brano dai toni e dalla melodia di respiro moderno, internazionale, che si distacca un po’ dalla tradizione musicale italiana, per aprirsi alle influenze sonore che arrivano da Oltreoceano.

Fin dalle prime note, pare di ascoltare una canzone hip hop americana, con un sound molto elettronico, dalla grande eco e dal grande riverbero, frutto del trattamento subito nel passaggio attraverso i moderni strumenti di riproduzione del suono e di elaborazione dello stesso.

La canzone parla di episodi di vita vissuta, di come sia possibile uscire da periodi bui attraverso l’aiuto della musica e delle altre persone, oltreché tramite la forza di volontà personale, che viene alimentata dai due elementi precedenti, che risultano essere decisivi per una svolta positiva.

Nel cantato e nel parlato si percepisce tutta la freschezza data dalla giovane età del nostro artista, che in alcuni punti risulta ancora un po’ acerbo, anche se mostra di avere una vocalità dalle buone potenzialità, che emergono nei tratti più intensi del brano.

E’ possibile percepire, man mano che si procede nell’ascolto, l’emergere di un forte senso di rivalsa verso le avversità della vita, con un tono di voce che si fa via via più ruggente e deciso, seguendo l’aumentare della consapevolezza di sé e dell’autoconvincimento.

Il testo mette le cose in chiaro fin da subito, con un ossimoro iniziale, che mette in rapporto la sensazione di stare bene con quella di sentirsi un pazzo, quasi che il fatto di sentirsi bene sia una percezione legata ad un’incredulità, ad un senso di disorientamento provocato dal mondo circostante e dagli eventi accaduti nella vita del nostro Sentiero, a cui il fatto di stare bene appare quasi come una follia, come se la condizione attuale del mondo e dell’umanità possa portare solamente una persona a sentirsi tradita, bistrattata e presa a pugni da un destino beffardo.

L’autore afferma che l’unica cosa che si sentiva di fare era di stare fermo, seduto, coccolando, dando ascolto e credito alle proprie convinzioni, pur sapendo che potevano fargli solo del male, perché evidentemente erano sbagliate.

Ed ecco che allora nascono quasi da sole delle domande esistenziali, a cui è necessario dare una risposta per andare avanti nel proprio percorso: cosa fare? Come farsi ascoltare? Dove andare? A chi rivolgersi?

Queste domande provocano quasi uno scatto di orgoglio, l’entrata di quella che sembra una ritrovata convinzione, che fa dire al protagonista del brano che non vale proprio la pena di stare fermo come un sasso, davanti alla situazione che si è venuta a creare attorno a lui. Questo verso mi ha fatto pensare alla canzone “Like A Stone” degli Audioslave, in cui il anche il compianto Chris Cornell si paragonava ad un sasso, nell’ambito di un rapporto amoroso, che caratterizzava lo sviluppo del brano.

Arriva dunque la parte cantata, come naturale conseguenza di questa nuova consapevolezza acquisita, nella quale Sentiero dice che si è pianto troppo addosso a causa di quello che ha subito da alcune persone, evidentemente sbagliate, di cui si era fidato, ma che, da quando ha conosciuto la persona che è entrata a far parte della sua vita, questo dolore si è come azzerato, è sparito completamente. A tutto questo segue una richiesta, quella di essere spinto dentro il mare, quasi come se fosse un bambino che, per imparare a nuotare da solo, ha bisogno di essere gettato in acqua, per spegnere la sua paura nei confronti di questo elemento naturale: infatti, le parole successive non fanno altro che confermare questa idea, perché il cantautore chiede di essere aiutato, perché per colpa di tutto il dolore che ha provato non è nemmeno capace di nuotare. Il mare sembra essere una metafora della vita, nella quale venire gettati, ma al contempo nella quale essere aiutati a restare a galla.

La canzone procede con un’alternanza molto interessante fra dei versi parlati, rappati, ed altri versi cantati.

L’artista sembra poi fare un passo indietro, andando a rimestare ancora nella valigia dei ricordi dolorosi, perché afferma di ricordarsi solamente delle persone che gli hanno detto che lui non era niente: a tutto questo, ancora una volta, fa da contraltare un sentimento che appare di piccola rivalsa, pur ammettendo velatamente la propria incapacità a proseguire da solo il proprio percorso.

Egli prende direttamente la parola, con l’innocenza di un bambino, dicendo che non può farci niente, non può modificare il corso degli eventi da solo, che ha bisogno di una mano.

Arriva poi a ribadire il proprio pensiero, la propria piccola autoconvinzione che sembra aver maturato, nonostante tutto: non ha senso stare fermo come un sasso, osservando gli eventi della vita scorrergli davanti, senza fare nemmeno una piccola mossa per poterli cambiare. Questo verso appare due volte, quasi che Sentiero ci tenesse a ribadire con tutto il proprio essere di aver fatto un piccolo passo in avanti.

Egli si rivolge poi alla persona che è entrata nella sua vita, quasi scusandosi per l’atteggiamento che ha tenuto verso di lei: dice che la maggior parte delle volte, la persona che stava con lei non era era il vero lui, era una sua versione un po’ pazza, ed è pronto a giurarlo.

La sua canzone è per sua stessa ammissione, una dedica a questa persona, a cui chiede di farlo stare bene, perché si sente in una sorta di simbiosi con lei, in una sorta di fratellanza di sangue: l’unica che può dare un senso a tutto è quindi proprio lei, e lui sta cominciando a capirlo e a rendersi conto che tutto ciò che succede ha un senso, un significato ritrovato e di cui essere consapevoli.

Quello che ci resta è un buon brano di moderno hip hop, con venature di cantato, che ammicca molto spesso alla tradizione americana di genere, soprattutto a livello di sonorità utilizzate e di rielaborazione delle stesse attraverso le moderne tecnologie che la musica elettronica è in grado oggi di offrire.

Mi è sembrata una canzone fresca, immediata, sincera: fin dall’inizio emerge l’innocenza, il candore di un ragazzo giovane che inizia ad approcciarsi ai problemi della vita, magari fidandosi delle persone sbagliate, ma che alla fine esce rafforzato, più consapevole, grazie all’aiuto di una persona che gli sta a fianco e alla sua amata musica.

Il tutto gravita intorno ai pensieri di Sentiero, a quello che percepisce, a quello che sente e a quello che vuole comunicare alle altre persone attraverso la sua canzone: vuole far capire loro, ma soprattutto alla ragazza che è entrata a far parte della sua vita, che fino ad ora si è spesso comportato come un pazzo, che la versione di sé che ha mostrato finora non era quella autentica.

Chiede quindi di essere aiutato, come un bambino che entra per la prima volta nell’acqua del mare e non sa nuotare: il brano sembra avere una conclusione positiva, perché il nostro autore dice che adesso non pensa più che tutto ciò che gli accade e tutto ciò che lo circonda non abbiano un significato, ma al contrario riesce a trovare un senso alle cose, grazie soprattutto al sostegno della persona amata.

Ho sempre detto che ammiro gli artisti che riescono a mettere nei propri brani episodi di vita vissuta, che sono stati fondamentali per capire chi realmente sono e per far prendere alla propria esistenza una direzione diversa: ci vuole molto coraggio a parlare di sé e delle proprie ferite, a comunicare agli altri il proprio senso di disagio e le proprie difficoltà; la musica e le parole diventano quindi una terapia, qualcosa che indica la direzione giusta da prendere, che incrementa la consapevolezza di sé e fornisce la maturità per affrontare le avversità, uscendone vincitore.

E’ molto bello sentir dire che si è passati dal pensare di sentire solo dolore e solitudine al pensare che in fondo tutto quello che ci accade ha un senso, se siamo circondati dalle persone giuste, che ci vogliono bene e che desiderano il meglio per noi.

Siamo di fronte a una canzone che è anche una parabola di vita, un’immagine vivida di una trasformazione in essere, un cambiamento deciso di rotta verso lidi più sereni e felici.

Sentiero ha tutto il tempo per crescere e maturare, per far diventare la propria voce ancora un po’ acerba matura e calibrata al punto giusto: le potenzialità ci sono, vedremo se verranno messe tutte sul tavolo nei prossimi episodi.

 

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