Pensieri & Parole

Florence and the Machine: molto più di un concerto

Giovedì sera ho assistito al concerto dei Florence and the Machine, all’Ippodromo di San Siro a Milano: l’ho fatto con una mia amica che mi aveva già invitato a partecipare ad un’esibizione della cantante inglese qualche anno fa a Torino, ma poi non se ne fece più nulla.

La mia stessa amica mi ha rivelato, alla fine del concerto, che quello appena passato era stato molto migliore di quello torinese a cui lei aveva assistito, perché l’artista e il suo gruppo allora non avevano tutto il seguito che hanno adesso.

La folla presente all’evento era talmente tanta che noi, essendo arrivati con non molto anticipo, ci siamo ritrovati nelle retrovie, riuscendo comunque a scorgere qualcosa del palco, sul quale era stata montata una struttura essenziale, supportata da un bel gioco di luci.

Che dire del concerto? Che è stato prima di tutto un’esperienza, che ha coinvolto tutti i sensi: Florence, oltre ad avere una voce eccezionale con un timbro favoloso, è riuscita a coinvolgere il pubblico nella sua esibizione, volteggiando sul palco con una leggerezza innata, avvolta nel suo vestito ampio e drappeggiato, con le maniche che formavano un tutt’uno con la parte del busto e una leggera trasparenza nei veli che lo formavano.

Immancabile è stata la corona di fiori sulla testa, diventata un suo marchio di fabbrica, che molte delle ragazze partecipanti al concerto hanno cercato di imitare, e commuovente è stato il suo omaggio alla città di Milano, che non ha mancato di ringraziare varie volte, con una voce che esprimeva calore e immensa tenerezza.

Florence ha cantato molto bene dunque, ma, come detto non ha fatto solo questo: ha ballato e volteggiato sul palco, è scesa fra le prime file, immergendosi nell’abbraccio dei fortunati che erano attaccati alla transenna, e ha chiesto, circa a metà concerto, al pubblico di abbracciarsi reciprocamente in segno di affetto, cosa che io e la mia amica non abbiamo mancato di fare.

La cantante inglese, supportata dal suo gruppo, ci ha ricordato quanto fosse importante l’affetto e l’amore tra le persone, da esprimere in ogni occasione possibile: ha anche chiesto, ad un certo punto, di abbassare tutti i telefonini, la miriade di smartphones che erano alzati verso l’alto per immortalare alcuni momenti del concerto, dicendo a tutti, con il dito indice messo davanti alla bocca, di fare un attimo di silenzio.

Devo dire che in quei momenti ci siamo sentiti molto coinvolti nell’atmosfera del concerto: il tutto è stato paragonabile ad un momento di riflessione collettiva, nel quale si è lasciato spazio alla propria dimensione più spirituale.

In un altro momento del concerto, Florence ha invece chiesto di utilizzare i propri telefonini, accendendo le torce e agitandoli a destra e a sinistra, come una grande ondata di luce che ha creato un canale di comunicazione fra il palco e la platea, in un sentire comune che ha molto coinvolto tutte le persone presenti.

Florence si è quindi dimostrata un personaggio a tutto tondo, e non solamente una cantante: le sue abilità nel ballo e nel volteggio non sono state indifferenti, così come la sua capacità di coinvolgere il pubblico, in una sorta di rito collettivo che ha reso tutti più partecipi ed in sintonia con lei ed il suo gruppo.

Devo ammettere di non essermi preparato molto prima di assistere al concerto: questo perché mi piace l’effetto sorpresa e perché amo scoprire le canzoni nel momento in cui vengono eseguite e cantate dal vivo: due dei brani della scaletta li ho comunque riconosciuti, proprio perché erano probabilmente le due canzoni più famose dell’artista, canzoni che credo lei esegua ad ogni concerto.

La cantante ha mostrato durante il concerto due lati della sua personalità, quello di caratterista e artista, dato dalla sua incredibile voce e dalle sue movenze sciolte e sensuali sul palco, e quello di donna semplice, che con una voce intenerita e quasi flebile ha ringraziato il pubblico di Milano per la sua partecipazione e per il suo contributo: è proprio vero che, sotto la maschera artistica che mostrano vari cantanti, ci sono delle persone esattamente come noi, che sanno emozionarsi come dei bambini e trasmettere questa emozione a chi si trova di fronte a loro.

Grandi doti interpretative e sceniche, dunque, ma anche una normalità che ha riportato Florence sulla Terra, al livello del pubblico per il quale si stava esibendo.

La platea è stata indubbiamente molto partecipe, esultando di gioia ogni volta che una delle sue canzoni preferite veniva eseguita dal gruppo, cantando e saltando al ritmo della musica, facendosi trascinare dalle note e applaudendo e gridando a squarcia gola la propria approvazione alla fine di ogni singolo pezzo.

La mia amica, che ha partecipato con me al concerto, mi ha detto che ora il gruppo ha un vasto seguito, molto più ampio di quello che possedeva qualche anno fa, e che quindi ho fatto bene a partecipare con lei a questo evento nel 2023, perché l’atmosfera complessiva è stata decisamente più elettrizzante e la partecipazione decisamente più numerosa.

Ho assistito al concerto con una maglietta dei Ramones, e questo mi permette di raccontare un piccolo aneddoto avvenuto prima dell’ingresso nell’area dedicata al concerto stesso: un tassista mi si è avvicinato, ha abbassato il finestrino e mi ha chiesto se suonavano i Ramones; io gli ho risposto di no, un po’ divertito, e lui mi ha quindi chiesto chi si esibiva, al che gli ho detto che si trattava di un concerto di Florence and the Machine.

Lui ha replicato di aver capito, e se n’è andato sorridendo: non so se conoscesse veramente Florence, ma poco importa; quello che mi interessava far trasparire era il fatto che il tassista fosse evidentemente un appassionato di musica, perché non tutti, quando vedono una maglietta dei Ramones, sanno immediatamente ricollegarla esattamente al gruppo punk americano, oppure fanno finta di conoscerlo, anche se invece in realtà non è proprio così.

Finita la parte aneddotica, posso dire che, più che un concerto, si è alla fine trattato di un evento, che come ho detto ha coinvolto tutti i sensi: l’udito, attraverso la straordinaria e illuminante voce di Florence, la vista, attraverso le sue leggere e sciolte movenze sul palco, l’olfatto, attraverso il “senso di viva partecipazione” che emanavano i corpi degli spettatori a noi vicini, e il tatto, attraverso l’abbraccio collettivo che si è svolto nella platea, su invito della stessa Florence.

Le luci presenti nella parte superiore del palco hanno scandito i vari momenti del concerto, accompagnando con la loro luminescenza e la loro intermittenza i vari gesti eseguiti da Florence nell’interpretazione dei brani e nei momenti di stacco tra un brano e l’altro.

Devo dire che alla fine del concerto, io e la mia amica siamo tornati verso la macchina felici di aver partecipato ad un’esperienza così coinvolgente, tanto che lei ha canticchiato una canzone di Florence per tutto il percorso di ritorno, con la gioia dipinta sul volto e, devo dire, con un bella intonazione.

Né io né la mia amica abbiamo fatto selfie o registrato video del concerto, semplicemente perché avevamo voglia di goderci lo spettacolo senza dover per forza filmare e fotografare il tutto, cosa che molto spesso si rivela essere un “secondo lavoro”: del resto, anche la stessa Florence, come detto, ha chiesto ad un certo punto di abbassare tutti i cellulari, per creare un’atmosfera il più possibile naturale e spontanea.

Devo dire che questo concerto si posiziona in alto nella graduatoria dei miei concerti preferiti, sia per la perfetta performance artistica che per l’atmosfera generale vissuta in platea: non dico una bugia se affermo che la mia amica mi ha detto che la voce di Florence rende di più dal vivo che in cd; lato mio, mi sto convincendo della validità di questa affermazione man mano che recupero il materiale del gruppo dopo il concerto.

Se dovessi consigliare un bel concerto ad un amico appassionato non solo di musica rock, credo proprio che la mia scelta cadrebbe su Florence, per la sua capacità interpretativa che lascia ipnotizzati, per la sua maestosa e grande voce e per la sua grande facilità nel coinvolgere il pubblico.

Un concerto, insomma, per molti ma non per tutti, come recitava una famosa pubblicità: se ci sarà la possibilità di partecipare di nuovo ad un concerto di Florence, credo proprio che non me la lascerò sfuggire.

Un grazie di cuore dunque alla mia amica che me l’ha fatta scoprire, anche se quest’anno l’iniziativa a partecipare al suo concerto è stata mia, ma tutto questo conta relativamente. Quello che conta davvero è che abbiamo ascoltato un’ora e tre quarti di grande cantato e di grande musica, che ci ha riappacificato con il mondo e ci ha restituito alle nostre case più felici e più orgogliosi. Grazie Florence per la tua presenza e per il tuo show.

 

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