Pensieri & Parole

Come è cambiata nel tempo la mia esperienza di fruizione musicale

Questa sera, in cui non ho trovato nulla di interessante da fare fuori casa, vorrei tornare un attimo a parlare di me, nello specifico di come è cambiato negli anni il mio modo di fruire la musica.
Partiamo quindi, ovviamente, dalla fanciullezza. Quando ero bambino, mi divertivo ad entrare nella camera dei miei due fratelli più grandi, che, mentre studiavano, ascoltavano alcune musicassette, di gruppi quali gli Europe, i Tears for Fears, i Guns and Roses, i Queen ed i Simple Minds. A poco a poco, imparai l’arte di rubacchiare queste musicassette ed ascoltarle per conto mio. Direi che questo può essere considerato come il mio battesimo musicale. All’epoca, si utilizzavano ancora quei radioloni giganti, a volte difficili da gestire, ma molto di tendenza.
Successivamente, durante la mia adolescenza, l’avvento del cd ha cambiato radicalmente il modo di ascoltare la musica: ovviamente, anche io ne ho subito gli influssi: mi ricordo che il primo cd che ho acquistato, se non sbaglio, è stato quello doppio del Festivalbar del 1999, che conteneva due canzoni che considero fondamentali per la mia crescita in ambito di gusti musicali, cioè “Don’t Speak” dei No Doubt ed “Hedonism” degli Skunk Anansie. Posso dire che questi due brani, insieme alle musicassette dei Queen e dei Guns and Roses, mi abbiano iniziato al rock.
Inoltre, in quegli stessi anni, un mio compagno di liceo ha avuto il buon cuore di prestarmi il cd di “Back in Black” degli AC/DC: non posso fare altro che dire che si è trattato di amore al primo ascolto, perché quel disco mi ha introdotto in modo sconvolgente e repentino al mondo dell’hard rock.
Poi, è arrivato sul mercato il formato MP3, che consentiva di comprimere la grandezza dei file e quindi di poterne inserire un maggior numero nei lettori, che nel frattempo erano stati appositamente inventati per ascoltare le canzoni in questo nuovo formato. Mi ricordo che il mio primo lettore MP3 era praticamente una chiavetta USB, da inserire nel computer per memorizzarci sopra i file da ascoltare, chiavetta che poi veniva inserita nel corpo del lettore, a cui venivano attaccate le cuffie. In quegli anni, spopolavano i programmi per scaricare musica gratuitamente sul proprio pc, e credo che nessuno dei miei lettori non li abbia usati almeno una volta.
Torno un attimo sul cd: un ulteriore strumento che ho utilizzato per ascoltarlo è stato il lettore portatile. Mi ricordo che, quando andavo al mare, me lo portavo sempre appresso, insieme ad una custodia a più scomparti, che mi permetteva di inserirvi più cd in una volta sola. Quel lettore sa ancora di sabbia e di salsedine.
Dopo il lettore portatile è arrivato lo stereo: mi ricordo che ne avevamo uno gigante in camera, che ci consentiva di inserire 5 cd contemporaneamente e di scegliere quello che si voleva ascoltare: quando non ha più retto all’uso spropositato che ne facevamo io ed i miei fratelli, ne ho portato a casa un modello più piccolo, dotato di casse esterne, che comunque ho utilizzato prevalentemente io, perché nel frattempo i miei fratelli si erano sposati.
Quando ho cominciato a lavorare, ho alternato l’ascolto dei file MP3 a quello dei cd tramite lo stereo, in base al luogo in cui mi trovavo, se ero a casa oppure in giro.
Poi, una mia amica, conosciuta tramite il lavoro che facevo, mi ha, udite udite, regalato il suo giradischi, che ho piazzato nella casa di Milano in cui ho vissuto per tre anni. In quel momento mi si è aperto un mondo: il suono caldo, avvolgente ed un po’ grezzo del vinile ha cominciato a risuonare tra le pareti della mia casa e mi sono praticamente dimenticato dell’esistenza del cd, pur possedendone una buona collezione. Se devo fare un rapporto, posso dire che, in quei tempi, il vinile vinceva sul cd otto volte su dieci. Era come se un bisogno insito dentro di me è mai manifestato apertamente si fosse rivelato in tutta la sua pienezza: se mi chiedete cosa preferisco tra vinile e cd, la risposta è sicuramente il primo, perché rispetto al cd, a mio parere, consente di ascoltare un maggior numero di sonorità: mi ricordo che, quando ho ascoltato per la prima volta i Led Zeppelin su vinile, mi sono chiesto da dove provenissero alcuni suoni di contorno, che non avevo mai udito nei cd. Poi il suono del vinile, come detto, è più caldo, rilassante, avvolgente: quello del cd è secondo me piuttosto freddo, asettico, e non è in grado di comunicare le stesse emozioni che distribuisce il vinile.
Ovviamente chi mi legge è libero di pensarla diversamente, posto che io ascolto ancora anche i cd, specialmente da quando mi sono ritrasferito nel mio Paese della Brianza. Posso dire che ora il rapporto tra vinile e cd si è un po’ modificato: diciamo che ascolto sei volte su dieci il vinile e quattro volte su dieci il cd.
Per concludere, non posso tralasciare uno strumento che utilizzo per ascoltare la musica soprattutto quando sono in mobilità, tramite il mio cellulare. Sto parlando di Spotify, l’applicazione per cellulare e pc che permette di ascoltare la musica che si preferisce senza interruzioni pubblicitarie e propone inoltre delle playlist interessanti, basati sugli ascolti fatti dall’utente. Io uso la versione Premium, che possiede molte più funzionalità di quella Standard, pagando solo 10 € al mese. Oltre ascoltare i dischi e le canzoni dei miei gruppi e cantanti preferiti, posso usufruire di un’ampia gamma di playlist, create appositamente per ogni momento della giornata, ogni tipo di attività che si svolge, ogni intenzione che si ha in quel momento. Per fare degli esempi, ci sono delle playlist molto grintose che aiutano chi corre e chi si allena, ci sono altre playlist per chi vuole ad esempio rilassarsi, divertirsi, risollevarsi il morale dopo una giornata storta. Devo ammettere che questa funzionalità è stata sempre più perfezionata nel tempo da Spotify, perché mi sono accorto che le varie playlist che mi vengono proposte sono sempre più allineate ai miei gusti. Uso molto Spotify quando vado a fare una camminata o un giro in bicicletta, per darmi la carica giusta.
Spero di essere riuscito ad interessarvi senza appesantirvi con questa mia carrellata fra gli strumenti da me utilizzati nel corso del tempo per ascoltare la musica.
È piuttosto curioso il fatto che io abbia scoperto ed iniziato ad ascoltare il vinile per ultimo, dato che è il primo supporto che è stato inventato in ordine di tempo. Questo dimostra quanto possa essere curiosa ed interessante l’esperienza che ogni amante della musica può fare nel corso della propria vita, in termini di fruizione.
Oggi dico quindi grazie agli inventori dei vari supporti, che mi hanno accompagnato nella mia vita di ascoltatore di musica.

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