Nonostante io ascolti prevalentemente rock e blues, devo ammettere che il genere metal (non quello estremo) mi ha sempre intrigato ed affascinato.
L’ho sempre percepito e lo percepisco tuttora come qualcosa di “altro”, come un’entità separata ed a sé stante, circondata da un’aura di magia e potere.
Ho sempre ammirato l’articolazione melodica e strutturale delle sue canzoni, che, nei casi di più pura ispirazione, può secondo me essere paragonata a quella della musica classica: in molti dei pezzi che caratterizzano i miei gruppi preferiti, trovo infatti che ci sia un tema centrale, che costituisce l’architrave della composizione e viene poi declinato secondo infinite variazioni, siano esse di ritmo o di tonalità.
Ecco, il ritmo. Questa componente ha sempre esercitato su di me un magnetismo particolare, perché credo fermamente che la base di tutto ci debba essere la capacità di provocare l’ascoltatore, di minare i suoi punti di riferimento e tenerlo sul filo dalla prima all’ultima nota. Tutto questo può trovare il suo perfetto compimento nella tessitura di un pezzo, se si combinano tra loro parti con diverse velocità.
Il genere metal è costituito essenzialmente da ritmo, oltre che da potenza e velocità. Non per niente, esso porta alle estreme conseguenze le caratteristiche principali del rock, genere da cui deriva.
Io adoro quando una canzone alterna al suo interno momenti più melodici ed arpeggiati, di calma apparente, con fasi di accelerazione totale e potenza devastante. Ma tutto questo non sarebbe definitivo se non ci fosse una grande voce a fare da collante tra le varie parti, una voce capace di evocare sensazioni forti, di trasportare in un mondo in cui la magia regna sovrana.
Penso che il metal sia il genere musicale maggiormente evocativo, quello che riesce a far lavorare di più l’immaginazione: ad ogni ascolto, la mente vaga per diversi minuti in paesaggi sempre diversi tra loro, avvolti da mistero, magia, misticismo, follia e fatalità.
Una piccola riflessione finale: alla luce di quanto ho espresso sopra, nessuna band metal può considerarsi tale se non ha un eccellente bassista, in grado sia di supportare le cavalcate sonore degli altri strumenti che di alimentare il pezzo con nuove ed articolate linee melodiche, assumendo talvolta anche un ruolo di primo piano.
Questa sera devo quindi dire grazie alla potenza, alla ritmica ed alla velocità.