Recensioni

Serendipity – Sonograms

“Serendipity”, come il titolo di un commuovente film, nel quale un uomo e una donna si incontravano per caso, scoprendo nel corso della storia di essere innamorati l’uno dell’altra e cercandosi, per poi ritrovarsi nel lieto fine.

Non sapremo mai, se non chiedendolo ai Sonograms, se l’incontro con la donna che ha fatto ricominciare a respirare il protagonista della canzone sia stato casuale o voluto. Fatto sta che lei pare sia stata un balsamo per lui, che aveva ferite molto profonde, che sono state guarite dalla presenza di lei, che ha strappato i vestiti che lo proteggevano dal contatto con l’esterno e ha contribuito, come un angelo mandato dal cielo con echi di luce, a pulire la sua pelle sporca e a fargli respirare un nuovo senso di candore.

Nel brano viene utilizzata una metafora sportiva, tratta dal mondo della boxe: lui dice che lei “ha fatto suonare la campana”, come se gli avesse permesso di affrontare un nuovo round nella sua vita, nel quale riesce a ricordarsi dei suoi sogni, pur sentendosi al cento per cento reale. Ora può sentire, prima aveva delle metaforiche camicie di forza nel proprio cervello, che gli impedivano di avere un contatto reale con il mondo.

A livello sonoro, devo ammettere che il brano è molto ben prodotto: i suoni sono limpidi e chiari, e la melodia della chitarra è avvolgente e culla l’ascoltatore fino all’esplosione finale, in un crescendo di potenza sonora.

A livello vocale, mi è venuto subito in mente Paolo Nutini, perché la raffinatezza e la pastosità del cantato mi ricordano molto lui, che non è solo quello di “New Shoes”, la sua canzone che tutti ricordano, ma è anche uno che ha avuto il privilegio di esibirsi negli studi di “Abbey Road”.

Se osserviamo la canzone a livello complessivo, notiamo una buona orchestrazione di base, che culmina nella perfetta sintonia tra la raffinatezza della voce e la delicatezza dell’accompagnamento della chitarra.

Si tratta insomma di un brano che trasuda passione e sentimento, nonostante assomigli molto alla superficie di un lago senza increspature: in alcuni punti sembra che il suono della chitarra si sdoppi, con una linea dai toni più acuti ed una seconda linea dai toni più bassi.

Se dovessi categorizzarlo all’interno di un genere specifico, lo descriverei come una ballata di buon soft rock, con atmosfere incantate e sognanti e qualche spruzzata di indie. In alcuni punti, pare di sentire i Radiohead, proprio per la malinconia insita nel brano e la sua coinvolgente bellezza: sono sicuro che Tom Yorke non si arrabbierà per questo accostamento “azzardato”.

La canzone quindi ha come caratteristica principale la raffinatezza, che si esprime e concretizza, come detto, nell’ottimo arrangiamento e nella buona combinazione tra elementi vocali e sonori.

Devo ammettere che, quando l’ho ascoltata per la prima volta, mi è venuto da chiudere gli occhi e rilassarmi sulla sedia, facendomi cullare dalla dolcezza delle sue note e dalla particolarità della voce, che mischia struggimento, malinconia e alla fine del brano mostra voglia di rivalsa.

Si tratta del tipico brano da ascoltare dopo un’estenuante giornata di lavoro, che magari ha messo a dura prova i nostri nervi: sono sicuro che, alla fine dell’ascolto, ci si sentirà più distesi e rilassati, ma anche un po’ impressionati dalle svariate tinte che può assumere la voce del cantante e dalla gamma di emozioni che sa esprimere.

Ad un ascolto distratto, “Serendipity” può apparire come una canzone piatta, senza grossi elementi di rilievo, ma, se la si ascolta più volte, si riesce ad addentrarsi nel suo significato più profondo e nei suoi passaggi vocali che sottolineano ogni passo del protagonista della storia e la sua evoluzione verso la capacità di percepire sia il proprio mondo onirico che quello concreto.

Non è un segreto che le ballate più belle siano quelle dedicate ad una donna, e la canzone che sto recensendo non fa eccezione: se non ci fossero le donne, a mo parere, non esisterebbero nemmeno le ballate nel mondo della musica, ma solo canzoni dai testi forti e dai messaggi duri e violenti.

Certo, ci resterebbero anche le canzoni che parlano nel proprio testo di argomenti più “frivoli”, come il divertimento, lo “sballo”, l’entusiasmo per una vita vissuta al massimo, ma credo che alla lunga questo tipo di brano non possa bastare a soddisfare completamente il palato di un vero ascoltatore di musica.

Canzoni come “Serendipity” possono far nascere nuovi amori, far incontrare persone che fino a quel momento erano rimaste distanti e senza contatti reciproci, far riavvicinare persone il cui rapporto sembrava ridotto ai minimi termini e quindi irrecuperabile.

La forza di una melodia così tenue, ballabile e sognante, unita a quella di una voce raffinata e variopinta, può cambiare la vita delle persone, infondendogli nuova linfa, nuovo ardore, sapendo che esistono persone che possono addirittura sciogliere le camicie di forza in cui è intrappolato il cuore di un uomo.

Sono sicuro che, se questo brano verrà dedicato da qualcuno alla persona amata, non farà altro che rafforzare il loro legame, che stabilire un vincolo ancora più forte, proprio perché lui dice alla sua lei che gli ha permesso di tornare a respirare e a sentire un nuovo candore sulla propria pelle.

Alla fine, ci resta una buona canzone soft rock, con qualche innesto di indie, come detto, che sicuramente spopolerà tra il popolo dei giovani innamorati, ma anche delle coppie che magari stanno vivendo un momento di crisi, ridestando la forza di un legame che sembrava lentamente assopirsi.

Essa può fare da ottimo sottofondo ad una serata romantica o ad un momento in cui si ha voglia di coccolarsi: ha sicuramente un grande potere evocativo e può trasportare in un mondo fatto di sogni che si possono disegnare e di una realtà che si può sentire fino in fondo.

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